| "Le figure del maestro campano 
	Amedeo Del Giudice della cui produzione vado interessandomi sono animate da 
	un ottimo impeto costruttivo (inquadrature rigide, decise dentro una luce 
	irreale che sommuove la figura) e da una altrettanto sensuale,quasi 
	plastica, intensità cromatica (un rosso che stravolge e ferisce le 
	apparenze, un bianco che eccita e drammatizza i contrasti di tono e di 
	timbro).
 Un colore in epidermide, a dirla tutta, che assiema nel fruitore 
	sollecitazioni esterne e commozione interiore anche allorquando il suo ego 
	si accampa sulla quotidianità." -
 
 Lello Spinelli , storico e critico dell'arte in Bari
 
 La sua opera documenta 
	“una costante presenza dialettica anche nelle tematiche sociali” (Lello 
	Spinelli) ; “sembra nascere da una profonda conoscenza dei registri 
	emozionali della natura umana” (Giuliana Schiavone) e “inventa 
	situazioni figurali che vanno al di là del political correct” (Sergio 
	Munno). Infine “dal punto di vista formale ciò che maggiormente colpisce 
	è una tecnica raffinata, curata fino al dettaglio” (Antonio Martone) 
	“che fa emergere le figure attraverso deboli luci che le lasciano in 
	penombra, conferendo loro un alto valore estetico con il segno scuro ma 
	leggero della grafite abilmente tracciato”(Raffaello 
	Paiella). | 
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