Giuseppe Flangini

 

Un'elaborazione grafica a cura di Leonardo Basile di un dipinto-autoritratto del maestro Giuseppe FlanginiNato a Verona nel 1898 e morto a Verona nel 1961, Flangini visse lungamente a Milano, dove insegnò nelle scuole elementari e dove, anche, si dette a una sorta di teatro, cattolico, popolaresco, come autore, attore, regista, scenografo. Sin dagli anni Venti partecipò a numerose collettive, quali le Biennali Nazionali d'Arte di Verona, le esposizioni all'Opera Bevilacqua La Masa di Venezia, dei premi Marzotto, Suzzara, Dalmine e Gallarate. Solo nel 1950 riuscì a darsi totalmente alla pittura.

Autodidatta, istintivo, spontaneo, anzi naturale artista, era però amante di una speciale cultura che, dal dolce tono veneto, lo portò a una sorta di nordico romanticismo, o perfino di espressionismo, nel Belgio di Ensor, di Van Gogh, di Laermans. Quel che è meraviglioso - ma al tempo stesso niente affatto meraviglioso, dato il forte temperamento pittorico - è che nella conquista del Nord egli non sgarra mai, non stona mai, non si squilibra mai; come invece capitò ad altri che dall’Italia volsero al Nord. Perché oltre al nativo senso del colore giusto, al senso plastico pure istintivo, al segno nervosamente pronto nel cogliere l’attimo, non con materialistici dinamismi, ma per fermarlo in un esempio di candida sicurezza morale, o persino di psicologia, Flangini unisce proprio ciò che più conta: quel “sentimento” grazie a cui qualsiasi linguaggio tradizionale, magari vecchio, logoro, diviene viceversa inatteso, nuovo, originale.

Sue opere sono conservate presso la Galleria d'arte moderna di Verona, il Museo di Suzzara, la Fondazione Domus di Verona, l'UniCredit Group Collection, la Banca Popolare di Verona, il Banco Popolare Patrimonio Artistico e innumerevoli collezioni private.


"(...) Flangini è stato infatti - scrive Francesca Zaltieri - un appartato e solitario cantore delle atmosfere padane e nordiche e ha saputo costruire un mondo di raffinata bellezza e di pudica e malinconica nostalgia.

I colori delle sue tele narrano invero sia la generale atmosfera di un clima esistenziale sia lo specifico sentimento dell’uomo, di un uomo smarrito di fronte ad un epoca di cambiamenti e di trasformazioni. Eppure i paesaggi che quest’uomo realizza sono sereni, densi solo della purezza di segni, espressione di un incanto, di una delicata suggestione di fronte ad una natura contemplata e costantemente riscoperta sotto i diversi cieli d’Europa. È dunque con viva emozione che scrivo queste righe, giacché nelle immagini dell’autore, nei suoi paesaggi scarni e lontani da ogni retorica, emerge una poesia alta e intensa, un’autenticità rara.

Mi sono chiesta se si può quindi definire Flangini un «poeta pittore»? se osserviamo come riesce a modellare sulla tela o sulla carta i sentimenti ispirati dall’amore per la natura, dall’osservazione di una umanità trasognata e affaticata, che solo lui riesce a cogliere nella giusta dimensione tra sogno e realtà, scopriremo quanto davvero il suo linguaggio sia personalissimo e pieno di fascino, caratterizzato da una soggettività che consente al destinatario molteplici e stimolanti letture. Il che appartiene, appunto, anche alla poesia.(...)"



E Raffaele De Grada nel 1956: " Flangini è rimasto autentico. Della sua autenticità, che è più nordica che italiana. La sua pittura appartiene a quel clima, di cui Vlaminck è stato nel ventennio 1919-1939 un esempio illustre, che consegue all’impressionismo. Si manifesta con il consolidarsi delle nebbie dell’ultimo impressionismo. Le atmosfere celesti e viola dì Van Risselberghe di Russel diventano gli azzurri carichi di insegne che coloriscono i villaggi del nord e i neri profondi delle chiatte sulla Sambre e delle colline di detriti di carbone."
 

Tutto ciò che volete sapere del maestro Giuseppe Flangini, sul suo sito web

e per la visione 'veloce' di alcune sue opere, sul canale 'leonartube' della piattaforma Youtube potreste aprire l' audio- slideshow da me realizzata in omaggio della sua 'sentimentale pittura'.

Particolari di tre opere di Giuseppe Flangini

 

 

Ultimo aggiornamento:  01-02-22