OBEY

Peace Revolution

"OBEY Peace Revolution" che il 25 giugno è stata inaugurata al Teatro Margherita di Bari, a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con la Città Metropolitana di Bari, con il supporto territoriale di Cime, con il sostegno di Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura e Pugliapromozione, nell’ambito del POC PUGLIA 2014/2020 – Azione 6.8 Interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche, e la partecipazione della Fondazione Enzo Hruby, è l’occasione per conoscere uno degli street Artist più famosi al mondo.


La mostra di Bari è un viaggio visivo che incrocia quattro punti tematici: Donna, Ambiente, Pace, Cultura, stimolando riflessioni su temi umanitari, su passaggi esistenziali, su utopie sociali, su valori di giustizia al di sopra delle leggi.

Grazie alle opere in mostra dell’artista americano Shepard Fairey, nome in codice Obey, veniamo introdotti nel suo universo cartaceo dallo stile inimitabile, basato sulle grafiche sovietiche e futuriste di inizio Novecento, sulle pitture parietali latinoamericane, sui muralismi italiani alla Mario Sironi.

Immagine (NON UFFICIALE) creata digitalmente da Leonardo BasileTra le opere in esposizione serigrafie e litografie provenienti da collezioni private che fanno di Obey il prototipo fluido del nuovo artista politico, perché ha capito che i temi scottanti si affrontano con simboli e intelligenza visiva, con l’impatto rapido di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi. Tra questi, ad esempio, Liberté, Egalité, Fraternité, una litografia del 2018 in prestito da collezione privata, che Obey realizzò per esprimere la propria solidarietà ai cittadini di Parigi all’indomani degli attentati terroristici che colpirono la città nel novembre del 2015. Raffigura la Marianne, simbolo della République, circondata dalle parole del motto nazionale, su uno sfondo tricolore che riprende i colori della bandiera francese. Obey donò una sua versione a stampa a Emmanuel Macron, di cui ha sostenuto la candidatura presidenziale, che fu esposta nel bureau del Palais de l’Elysée dopo la sua elezione.

I riferimenti all’attualità sono continui e proficui nell’opera dell’artista figlio di un medico e di una agente immobiliare, cresciuto nella Carolina del Sud, dove ha seguito studi artistici e nel 1988 si è diplomato presso l'Accademia d’Arte. «Obey produce immaginari simbolici ad alto valore emozionale - spiega Marziani. - La sua arte su carta attrae i nostri sensi in modo spontaneo, ampliando il linguaggio informativo dei muri metropolitani. Fairey ha capito che le pareti stradali rappresentano la prima pagina della comu-nicazione virale, una nuova home page da cui non puoi sottrarti e che ti avvolge nei rituali quotidiani».

Tra le opere esposte, sempre tra gli splendidi ritratti del mondo femminile contemporaneo che Obey interpreta e traduce dall’attualità, anche quello di Angela Davis, che in mostra è protagonista di Spirit of Independence figura fondamentale per il movimento afroamericano degli anni Settanta. Accusata di cospirazione, rapimento e omicidio in relazione al fallito tentativo di un gruppo di attivisti delle Black Panthers di liberare il detenuto nero George Jackson in un’aula di tribunale, la Davis fu arrestata e processata, diventando così popolare da mobilitare a suo favore un gran numero di persone che si riunirono in comitati e organizzazioni, non solo negli Stati Uniti ma anche in molti altri paesi. Obey la ritrasse più volte, una di queste immagini è in mostra, contribuendo a creare il mito di donna afroamericana, simbolo sia del femminismo che dell’uguaglianza razziale.

«Dopo il grandissimo successo della mostra “Banksy.Realismo capitalista”, MetaMorfosi è molto orgogliosa di presentare nel cuore dell’estate l’esposizione di Shepard Fairey, in arte Obey – sottolinea Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi Eventi -. Si tratta di una mostra eccezionale, con oltre 70 opere, comprese due eccezionali opere uniche, Obey marittima e Santa Margherita, che racconta il complesso dei temi e delle battaglie civili su cui è impegnato l’artista americano. Un’arte che si fa politica, riempiendo il vuoto lasciato dalla vecchia politica e dal tramonto delle ideologie del passato».

«Con questa nuova iniziativa Metamorfosi Eventi, dopo il realismo capitalista di Banksy, propone alla città di Bari l’incontro con l’universo artistico di un’altra figura iconica della street art contemporanea: Shepard Fairey, universalmente noto come OBEY – commenta il sindaco di Bari Antonio Decaro -. Parliamo di un artista che sin dai suoi primi passi ha scelto di provocare l’osservatore per innescare una riflessione sull’ambiente urbano e sul contesto sociale e politico in cui ciascuno si muove, producendo immagini divenute da tempo di culto in tutto il mondo. La mostra negli spazi del Margherita entra perciò a gamba tesa nell’attualità interrogandoci su alcuni dei temi più urgenti che siamo chiamati ad affrontare, individualmente e collettivamente, primo tra tutti la pace».

«Dopo Banksy – dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – l’offerta artistico-culturale del Teatro Margherita, a Bari, prosegue con Obey, un altro dei più popolari e iconici autori di arte pubblica nel mondo. L’operazione si colloca all’interno del vasto programma della Festa del Mare che, con il sostegno di Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Pugliapromozione, consentirà di assicurare per tutta l’estate ai baresi e ai tantissimi turisti già arrivati e in arrivo un’offerta culturale diversificata e di qualità, facendo di Bari, insieme a Taranto, le Capitali pugliesi della Cultura 2022».

«In continuità con il percorso sull’arte pubblica avviato in città a partire dai quartieri periferici – sottolinea Ines Pierucci, assessora alle Culture e al Turismo – con la mostra di Obey intendiamo lanciare un altro messaggio rivoluzionario attraverso la cultura. Le opere di Shepard Fairey ci permettono infatti di descrivere il fenomeno politico dell’arte di strada, capace di rivelare connessioni sorprendenti e di muovere riflessioni radicali. Nel mese di settembre contiamo di condividere con la città la programmazione del 2023, prospettando il futuro delle politiche culturali cittadine con riferimento all’arte contemporanea. Dovremo attendere che il cantiere a cura della Soprintendenza ci restituisca l’ultimo lotto del Margherita per farne finalmente quel museo delle arti e del contemporaneo al quale stiamo lavorando intensamente».

«La mostra Obey Peace Revolution, allestita nel teatro Margherita fino al 28 agosto, rientra, in continuità con quella di Banksy che si è conclusa nelle scorse settimane, nell’ambito delle attività che stiamo realizzando con PugliaPromozione per la valorizzazione della città di Bari – osserva la consigliera delegata alla Cultura della Regione Puglia Grazia Di Bari-. Mostre programmate nell’ambito della “Festa del Mare” del 2020, spostate ad oggi a causa del Covid. È importante il lavoro in sinergia con il Comune di Bari per dare vita a eventi di questa importanza, in grado di attrarre turisti italiani e stranieri nell’ottica di quella destagionalizzazione del turismo su cui stiamo lavorando da tempo. Abbiamo tante idee per continuare a valorizzare la città di Bari e tutte le città pugliesi che possono e devono diventare un polo di riferimento culturale nazionale e internazionale».

«A Bari la cultura è sempre più internazionale, dopo il grande successo della mostra di Bansky ora con la mostra di Obey, notissimo street artist, proseguiamo nell’abbinamento fra turismo e cultura – dice Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione. Chi sceglie la Puglia per le vacanze si aspetta, oltre al sole e al mare, i piccoli borghi e l’enogastronomia, un’offerta sempre più variegata di eventi culturali. Il circuito dei teatri, di cui il Margherita di Bari fa parte dimostra, anche con la mostra di Obey, come questi luoghi multifunzionali possano essere il perno di attività destagionalizzate».

«Teatro Pubblico Pugliese e Pugliapromozione continuano a collaborare, in sinergia con la Regione Puglia, nella realizzazione di progetti e manifestazioni nel segno di cultura e turismo e questa mostra di Obey ne è una perfetta dimostrazione – prosegue Marco Giannotta, vice presidente del Teatro Pubblico Pugliese. Una sinergia che punta alla valorizzazione dell’offerta culturale in tutta la Puglia con attività di alto profilo».

«Dopo il grandissimo successo della mostra “Banksy.Realismo capitalista”, MetaMorfosi è molto orgogliosa di presentare nel cuore dell’estate l’esposizione di Shepard Fairey, in arte Obey – conclude Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi Eventi -. Si tratta di una mostra eccezionale, con oltre 70 opere, comprese due eccezionali opere uniche, Obey marittima e Santa Margherita, che racconta il complesso dei temi e delle battaglie civili su cui è impegnato l’artista americano. Un’arte che si fa politica, riempiendo il vuoto lasciato dalla vecchia politica e dal tramonto delle ideologie del passato».
 

OBEY PEACE REVOLUTION
25 giugno 28 agosto 2022
TEATRO MARGHERITA - BARI

orari di apertura:

● dalla domenica al giovedì: dalle ore 17:00 alle 22:00

● venerdì e sabato: dalle ore 17:00 alle 23:00

costo dei biglietti:

● intero: 5 euro

● ridotto (per over 65, giovani dai 6 ai 25 anni, universitari): 3 euro

● gratuito per: bambini fino ai 6 anni non compiuti; insegnanti accompagnatori di gruppi scolastici; portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria; guide turistiche in servizio (necessaria l’esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità).

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Ultimo aggiornamento:  26-06-22