Organizzata in collaborazione con il Comune di Pesaro – Assessorato
alla Bellezza e la Regione Marche, con main sponsor Inveco Holding
Spa, l’esposizione si inaugura il 26 giugno e sarà visitabile fino
all'11 ottobre 2020.
La mostra, a cura di Alberto Mazzacchera, ha come fulcro il corpus
di opere dell'ultimissima quanto densa produzione del pittore
pesarese che, nell’atelier sotto le imponenti pareti rocciose del
Catria, per una vita intera ha indagato declinazioni e rifrazioni
della luce, raggiungendo inusitate vette spirituali con le sue
creazioni astratte. Come sottolinea il titolo, Piattela ha nutrito e
nutre la sua ricerca di matrice informale, solcando la misura del
Rinascimento matematico del Ducato di Urbino e, nel rileggere in
chiave attualissima le magistrali fughe prospettiche presenti in
tanta pittura, propone una sua personale e avvincente inquadratura,
una prospettiva altra, gravata del compito di introdurre lo sguardo
verso l‘infinito.
Da qui l’idea di presentare l’artista in concomitanza ai tributi per
Raffaello, che è figlio di quella superba cultura rinascimentale
urbinate, attecchita nella capitale del piccolo stato, infine
Ducato, che i Montefeltro erano andati ritagliandosi dal Trecento
all'interno dello Stato della Chiesa.
Annota il curatore come "Piattella si sia più e più volte
soffermato, mentre andava riflettendo sulle sue scelte, sulle
grandiose opere custodite nel Palazzo Ducale di Urbino, come
sull'architettura stessa di tale formidabile 'città in forma di
palazzo' dove gli spazi in certe ore del giorno inondandosi di luce,
sembrano dilatarsi e scontornarsi al punto da rendere metafisiche le
candide superfici di calce e di pietra”.
Il percorso allestito al Centro Arti Visive Pescheria presenta la
sua evoluzione artistica attraverso 55 dipinti su tavola, in tre
sezioni legate da un potente e preciso uso del colore. Un cromatismo
che anche quando perde spessore materico a vantaggio di superfici
levigate, si mantiene inalterato. Nel Loggiato sono esposti due
nuclei di lavori “storici”: 10 opere “materiche” (a partire dal
1957) e 18 opere "semi-materiche" (anni 2000-2011) e nella chiesa
del Suffragio le opere più recenti: 26 dipinti e un grande polittico
(anni 2014 -2020), chiaro riferimento alla Pala di Giovanni Bellini
conservata ai Musei Civici di Pesaro.
L'omaggio a Piattella non vuole essere un passaggio scontato, un
atto di memoria doverosa. Qui si palesa una produzione a tratti
totalmente innovativa e al tempo stesso perfettamente in linea con
quel "rumore di fondo" che marca l'intera produzione di questo
inesauribile maestro, il suo "fraseggio geometrico" oggi più che mai
evidente. Negli ultimi anni, dopo aver catturato gli astri sulle sue
tele e tavole, è la curvatura dello spazio che lo conduce a
tracciare, con colori a tratti neoespressionisti, nuovi spazi di
luce, fisici e al contempo interiori. In questo cammino di
ininterrotta ricerca, sempre in bilico tra coerenza e
riconoscibilità da un lato e la necessità di continuare a
sperimentare dall'altro, Piattella ha tracciato ulteriori elementi
d'orizzonte.
Spiega Mazzacchera: "attraverso una costruzione matematica, una
rigorosa suddivisione delle tavole in quadrati o rettangoli, un
tracciare punti di convergenza e incidere linee su linee, quadrati
su quadrati, rombi su rombi, per mezzo di un lavoro meticoloso e
senza tregua nel suo atelier del Catria, Piattella da corpo ad una
suggestiva visione dell'universo e dello spazio che, come già
avvenne per le opere materiche, necessita ora solo di essere
assimilata dallo spettatore. L'artista offre questi nuovi dipinti
allo sguardo di chi dopo inutili tentativi classificatori, dovrà
arrendersi e abbandonarsi alle suggestioni dei colori, alla potenza
delle molteplici rifrazioni della luce che da sempre contrassegnano
le sue opere, ed ora anche al gioco interminabile, magnetico delle
linee che si intrecciano, si sovrappongono, aprendo a spazi
interiori."
Oscar Piattella (Pesaro, 1932) sin dall'inizio delle sue esperienze
artistiche si muove nell'ambito dell'Informale con una particolare
attenzione ai materiali. Il suo esordio artistico avviene con la
prima personale alla Galleria Ariete di Milano nel 1958 presentato
da Franco Russoli. Il lavoro di Piattella si snoda nel corso degli
anni Sessanta e Settanta in modo del tutto autonomo, solitario ma
mai avulso dalla contemporanea ricerca europea alla quale egli
guarda con estrema attenzione. Molte sono le partecipazioni ad
avvenimenti internazionali e numerose sono le esposizioni personali
quali: Milano, 1958, 1968, 1973, 1975; Roma, 1960, 1970, 1971, 1978,
1980, 1987; Torino, 1973; Urbino, 1987, 2017; Bologna, 1988; Parigi
1989, 1997; Perugia, 1991, 2019; Taiwan 1997, 2000; Genova, 1998;
Pesaro, 1982, 2002; Tours, 2006; Gubbio 2010; Tournay, 2013; Monte
Vidon Corrado, 2016. Numerosi sono i premi ed i riconoscimenti
nazionali che gli sono stati tributati. |