La regione delle madri

Dal catalogo

Il catalogo sarà edito dalla casa editrice Electa, con contributi di Daniela Simoni, Stefano Bracalente, Mattia Patti, Bianca Lucia Maglione e Stefano Papetti.


"[...] In quella che oggi è la casa museo Osvaldo Licini, nella piazzetta in cima al cocuzzolo su cui è arroccato il paese, Licini era nato da una “famiglia di contadini proprietari”, come scrive nel 1929 nel questionario predisposto dall’editore Scheiwiller per riprodurre le sue opere nella collana Arte Moderna Italiana.

Qui i genitori, trasferendosi a Parigi, l’avevano inspiegabilmente lasciato, ancora bambino, alle cure del patriarca, il nonno paterno Filippo, portando invece con loro nella ville lumiere la sorella Esmeralda, nata due anni dopo Osvaldo. Il nonno Filippo era perito agronomo e aveva avuto la capacità di cogliere il suggerimento datogli dal maestro di Osvaldo riguardo le sue doti artistiche e di farlo iscrivere all’Accademia di Bologna.

A Monte Vidon Corrado Osvaldo torna durante le pause estive negli anni dell’Accademia di Bologna e qui nel 1913 scrive i Racconti di Bruto. Poi, dopo il periodo dell’Accademia di Firenze, la chiamata alle armi, il ferimento sul Podgora, inizia un decennio in cui Licini, dal 1917 al 1926 si divide tra la Francia e le Marche, lì frequentando il vivace ambiente artistico parigino, esponendo al Salon d’Automne, al Salon des Indépendent, alle Cloiserie de Lilas, incontrando nei caffè di Montparnasse Picasso, Cocteau, Modigliani, al suo paese frequentando gli amici del cenacolo intellettuale fermano, i fratelli Catalini, Acruto Vitali, insegnando alle scuole tecniche di Fermo e finendo nei guai per amore della giovane Ave.

Nel 1925 conosce al Cafê du Dôme di Parigi la giovane pittrice svedese Nanny Hellström, originaria di Göteborg che era lì per studiare all’Académie Julian e seguiva le lezioni di André Lothe. Per lei è amore a prima vista, i due si fidanzano.

Ma è a Monte Vidon Corrado, nella casa di famiglia, che torneranno nel 1926 per sposarsi il 20 dicembre di quell’anno e condividere l’isolamento in un luogo caratterizzato da una dimensione di arcaica naturalità. A trentadue anni Licini dunque compie la sua scelta con un atto di assoluta libertà: Monte Vidon Corrado è per lui il luogo della creazione. Quel silenzio, quel paesaggio che ha impressa la medesima cifra cosmica delle leopardiane colline recanatesi, la scansione del tempo dettata dall’avvicendarsi delle stagioni e dai lavori agricoli come nei portali delle cattedrali medievali, creano la condizione favorevole per assimilare e rielaborare in una personalissima sintesi le suggestioni letterarie, filosofiche, pittoriche che coglieva attraverso letture, scambi epistolari con amici intellettuali, viaggi in Europa, visite a mostre e luoghi d’arte.

“Adesso guardiamo dalle finestre crescere la primavera e i cambiamenti rapidi del cielo e dei verdi, e ci divertiamo come a teatro” scrive Osvaldo Licini all’amico Felice Catalini il 5 aprile 1932, includendo in quel plurale la condivisione con sua moglie della fascinazione per il paesaggio marchigiano, tema dominante nella fase figurativa, in quella astratta e nel figurativismo fantastico.[...]"

 

La regione delle madri. I paesaggi di Osvaldo Licini
CENTRO STUDI OSVALDO LICINI
Piazza Osvaldo Licini, 9 63836 - Monte Vidon Corrado - Marche
dal 25/07/2020 - al 08/12/2020

 

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Ultimo aggiornamento:  22-03-22