Sino all’11 giugno 2023, la
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, proseguendo il
lavoro di ricerca e presentazione della loro raccolta,
presenta una mostra dal titolo At the Studio a
cura di Danna Olgiati con un saggio di Alberto
Salvadori. Partendo dal titolo dell’opera di Ilya
Kabakov, che racconta in modo autobiografico lo
sguardo dell’artista verso le grandi avanguardie del
passato e nello specifico del suo amore per la pittura
del ’600, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati come
di consueto presenta nella primavera del 2023 una mostra
dedicata principalmente ad opere, molte delle quali di
recente acquisizione, in dialogo costante tra presente e
passato dove il concetto di studio d’artista si
esplicita attraverso varie forme e media.
At the Studio variation n.3 2021 di Ilya Kabakov dà
inizio alla stagione espositiva 2023 organizzata
dalla Collezione Olgiati rivolta ad indagare e
interrogare il percorso che ha generato una delle
maggiori raccolte d’arte della Svizzera. Questo
progetto nasce dalla volontà di Danna e Giancarlo
Olgiati di muoversi all’interno di uno spazio fisico
e mentale ben definito, quello dello studio, della
casa scrigno, dei due collezionisti dalla forte
attitudine umanista. Nel corso degli anni per loro
vivere con e per l’arte li ha portati verso quella
situazione dove lo sguardo dell’uomo si spegne e si
illumina quello dell’artista.
La grande tela dell’artista ucraino, punto di
partenza dell’intero progetto, fa emergere
composizioni sontuosamente cariche d’allusioni con
l’uso dolcemente desueto del riferimento alla grande
pittura del passato. In quest’opera di Kabakov,
carica di simboli e significati doppi, grazie
all’escamotage dello specchio non è soltanto un
trucco del mestiere, per le possibilità formali e
figurative che consente e per le deformazioni, i
ribaltamenti, ma anche un oggetto d’affezione. Lo
schema è quello reso celebre da Velazquez nel suo
capolavoro Las Meninas 1656, probabilmente uno dei
dipinti più studiati di sempre, grazie al quale
viene introdotta una nuova possibilità del vedere e
dell’essere in dialogo con l’opera d’arte, facendo
sì che il pubblico divenisse la figura sovrana nel
rapporto con l’opera. Il quadro nel quadro. Nel
dipinto At the Studio variation n.3 Ilya Kabakov
mescola l’allusione alla tradizione classica della
figura dell’artista con la presenza della bambina in
azione - in attesa, inattiva, come in Velazquez -
che con la sua acerba e istintiva propensione alla
creazione infrange qualsiasi regola. In mostra
convivono opere molto diverse tra loro come il
mosaico settecentesco, destinato ad una visione
privata e rimasto in tale condizione per molti
secoli, sorgente di devozione papale, fino a quella
di un prelato molto importante come Rosmini,
passando poi agli avi del collezionista, con quelle
di artisti perfettamente aderenti al nostro tempo,
contemporanei, attuali. L’attraversamento di uno
studio d’artista vuol dire incontrare qualcosa che
forse ci aspettiamo ma che non conosciamo.
La mostra si svolge in un susseguirsi di stanze
nelle quali artisti di differenti epoche convivono
in un dialogo ricco di assonanze e rimandi visivi,
concettuali e sentimentali nei quali si incrociano
livelli di pensiero differenti. Pietro Roccasalva
che ben dialoga con i due fratelli più
inafferrabili, disgreganti, del ‘900 italiano e non
solo, De Chirico e quel genio di Savinio.
A seguire una riuscita combine che vede assieme
Rachel Whiteread con i suoi pieni del vuoto, in
questo caso espressione di un sentimento di
morandiano sapore, che ben si armonizzano con la
natura morta di Severini affiancata dagli
oggetti biomorfi presentati in fotografia da
Nairy Baghramian. Questa immagine ci porta verso
la regina di un surrealismo al femminile: Louise
Bourgeois presente in mostra con la scultura
Petit Object VII 1966, della quale viene presentata
una carta dal disegno labirintico e spiraliforme,
ben ci introduce alla gioia di vivere, di esistere,
alla musicalità di un maestro come Melotti.
Questa stanza appare come un regalo da parte dei
collezionisti al pubblico. Una serie di sculture
fino ad oggi custodite e godute solamente in ambito
privato sono presenti in mostra: Tempo felice del
1983, Lager del 1972, Mediterraneo 1975, New Orleans
phantasie 1979 e i Centauri 1969. A seguire la
presenza fantasmatica, dolce e conturbante di
Marisa Merz e la pacatezza classica, piena di
significati delle Notti Bianche di Giulio Paolini,
felicemente affiancato da delle perle vere, rosa, di
Paola Pivi. Poi Il sogno e colto riferimento
di Emilio Isgrò con il suo Johanna Juditha
(la veglia di Bach) 1985 ci immette nell’ambito
dell’onirico, dove realtà e immaginazione convivono
creando una nuova dimensione esemplificata da campi
di colore, ambienti e architetture effimere,
mentali, e viaggi interiori all’interno del corpo
umano grazie a Pamela Rosenkranz e Henrik Olesen.
Architetture che trovano compimento nelle visioni e
nella scultura di Tatiana Trouvé, che con la
sua luminescenza definisce lo spazio fisico e
mentale della nostra presenza fisica. Lo spazio
fisico innestato dall’artista franco italiana serve
anche a ritrovare un sentimento necessario, quello
dell’amicizia, della condivisione, del fare assieme.
Ugo Mulas con le sue fotografie ce lo mostra.
Le immagini che vediamo nascono dallo speciale
rapporto di amicizia che si era stabilito tra lui e
un gigante del ‘900 come Calder. Gli scatti
vennero fatti durante uno dei soggiorni di Mulas
presso la casa studio di Calder e a seguire
l’intimità delle immagini di Cy Twombly nelle
quali la predominante estetica compositiva trasmette
un sentimento di grazia e piacere visivo assoluto.
Camminando nella mostra appare il Violoncellista del
1931 del più grande scultore italiano dell’epoca
Arturo Martini. La passeggiata finisce
incontrando due camei, una foto graffia di
Vincenzo Agnetti, irriverente, caustico,
poetico, apodittico e profondamente colto e l’altro
prezioso inserto è il senza titolo di Franco
Vimercati; una zuppiera fotografata nella sua
fissità atemporale e quintessenza del concetto di
natura morta o piuttosto di still life, che
restituisce al meglio la sua vita interiore. Questo
è l’attraversamento di uno studio, pensato e
costruito tra lo scrittoio dello studiolo e la
pratica quotidiana di condivisone con gli artisti e
con le loro opere, al fine di poter vivere una vita
piena di significati. Tornando ai Kabakov, artisti
concettuali per eccellenza, sanno benissimo che il
quadro non è uno specchio che riflette tutto quanto
essi hanno vissuto ma hanno la consapevolezza che è
un oggetto potente, espressivo.
Artiste e artisti in mostra: Vincenzo Agnetti,
Nairy Baghramian, Louise Bourgeois, Giorgio de
Chirico, Emilio Isgrò, Ilya Kabakov, Arturo Martini,
Fausto Melotti, Marisa Merz, Ugo Mulas, Henrik
Olesen, Giulio Paolini, Paola Pivi, Pietro
Roccasalva, Pamela Rosenkranz, Alberto Savinio, Gino
Severini, Tatiana Trouvé, Cy Twombly, Franco
Vimercati, Rachel Whiteread.
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, aperta al
pubblico nello spazio espositivo adiacente al centro
culturale LAC, espone oltre duecento opere di grande
rilievo artistico selezionate con modalità
differenti a seconda degli allestimenti. La
Collezione, tra le più significative per quanto
riguarda l’arte italiana dal primo Novecento ad
oggi, i Nouveaux Réalistes e l'arte contemporanea
internazionale, viene riproposta due volte l’anno
con allestimenti sempre diversi alternati a mostre
temporanee dedicate ad approfondimenti dell’opera di
artisti già inclusi in Collezione. Giancarlo e Danna
Olgiati ritengono che la città di Lugano, con il
MASI, possa diventare naturale erede della
Collezione; perciò dal 2012 la Collezione viene
concessa in usufrutto alla città di Lugano e, nel
2018, i due Collezionisti donano 76 opere al MASI,
consolidando il rapporto con il Museo della città ed
in linea con la tradizione museale elvetica che lega
da sempre istituzione pubblica a collezionismo
privato.
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano
+41 (0)58 866 4240
info@collezioneolgiati.ch
www.collezioneolgiati.ch | www.masilugano.ch
Orari:
Venerdì - domenica: 11:00 – 18:00
Ingresso gratuito
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