Prima grande retrospettiva
dell’artista surrealista Bona de Mandiargues
(Roma 1926 - Parigi 2000) presso il Museo Nivola
di Orani (NU) dal 16 settembre 2023 al 5 febbraio 2024
curata da Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca
Cheri e Caterina Ghisu. L'inaugurazione si terrà il
16 settembre alle ore 17.30, con un’introduzione alla
mostra da parte del team curatoriale e con la
partecipazione di Sibylle Pieyre de Mandiargues,
figlia dell’artista.
Comunicato stampa
Il Museo Nivola è lieto di presentare la prima
grande retrospettiva dell’artista surrealista Bona
de Mandiargues(Roma 1926 - Parigi 2000).
Artista e scrittrice, la sua singolare vicenda - mai
in precedenza ricostruita - ne fa, insieme a figure
come Leonora Carrington, Meret Oppenheim,
Dorothea Tanning, Dora Maar o Remedios Varo, una
delle protagoniste del panorama di un surrealismo
“al femminile” oggi finalmente al centro
dell’attenzione di critica e pubblico.
La sua opera scaturisce da una ricerca di sé che
trova nei temi della metamorfosi, del totemismo
animale e del fantastico i mezzi per esprimere
un’identità divisa e frammentata.
“La mia ricerca è alchemica - affermava l’artista
- voglio fare dell’oro a partire dagli escrementi.
(...) Rifaccio il mondo: là sono altrove, vedo le
cose da più lontano.”
Donna affascinante, molto ammirata e generatrice di
travolgenti passioni, Bona rifiuta esplicitamente i
ruoli di donna-musa e donna-bambina, prevalenti
nell’ambito del Surrealismo. Si identifica invece,
almeno a partire dagli anni settanta, con la lumaca,
animale ermafrodita e figura ambivalente, al tempo
stesso amichevole (si pensi alla fata turchina di
Pinocchio) e ripugnante, incarnazione dell’informe
surrealista. Per l’artista, la lumaca è simbolo
dell’androgino, di fragilità e forza, e del continuo
arrovellarsi della sua mente inquieta.
La mostra, basata su estese ricerche d’archivio,
ricostruisce l’itinerario di Bona de Mandiargues
attraverso 71 opere comprese tra il 1950 e il 1997,
provenienti dalla collezione degli eredi
dell’artista e da raccolte private e pubbliche fra
cui la Fondazione Intesa San Paolo, la Galleria
Nazionale d’Arte Moderna di Roma e leGallerie d’Arte
Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Nipote e allieva di Filippo de Pisis, Bona Tibertelli
studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia, prima di seguire lo zio a
Parigi nel 1947. Qui conosce il critico e scrittore André Pieyre de
Mandiargues, che la mette in contatto con gli intellettuali e artisti
surrealisti, da André Breton a Max Ernst, da Dorothea Tanning a Meret
Oppenheim, da Man Ray a Hans Bellmer, da Leonor Fini a Henri Michaux.
Nel 1950 sposa de Mandiargues. Il rapporto con de Mandiarguescontribuirà
ad orientare gli interessi artistici di Bona verso i temi del magico,
dell’onirico, dell’eros e dell’occulto.
L’appuntamento è al Museo Nivola il 16 settembre alle ore 17.30, per
un’introduzione alla mostra da parte del team curatoriale e con la
partecipazione di Sibylle Pieyre de Mandiargues, figlia dell’artista.
Bona de Mandiargues - Rifare il mondo
Il percorso, aperto da un gruppo di preziosi dipinti
che segnano l’avvicinamento dell’artista
all’immaginario surrealista, prosegue con i
fantastici paesaggi infuocati del 1955-56,
influenzati da un viaggio nell’Alto Egitto, e le
opere astratte dalle paste spesse e materiche dalla
seconda metà degli anni cinquanta fino ai primi
sessanta, quando la suggestione della cultura
messicana aggiunge nuovi elementi al suo
immaginario.
Vague à l’âme è il quadro che inaugura nel 1958 la
serie dei collage tessili, in cui la sperimentazione
tecnica e la ricerca formale sono i veicoli di
un’indagine introspettiva che porta alla luce traumi
e pulsioni dal profondo. La Lezione sessuale (1962),
l’imponenteTrittico delle Nascite,(1965), dai toni
primitivisti, e La Diana cacciatrice e cacciata
(1968) sono tra i dipinti chiave di questa fase.
Un immaginario denso di riferimenti simbolici e una
tavolozza dalle tinte psichedeliche caratterizzano
un gruppo di tele dipinte intorno al 1968, legate al
secondo viaggio in Messico.
Se il ricordo della pittura metafisica riemerge
negli anni settanta, con omaggi a De Chirico,
Savinio e Magritte (Il gallo Toledo, Celeste Empire,
1975), nel decennio successivo il clima italiano del
“ritorno alla pittura” non rimane estraneo a tele
come il ritratto dell’attrice erotica e gallerista
Sylvia Bourdon (1980) e Il canto della creazione
(1980).
La maturità dell’artistavede lo sviluppo dei filoni
di ricerca già avviati, mentre si intensifica la
presenza dell’immagine simbolo della lumaca,
proiezione dell’artista, e quella del tema del
ritratto (Omaggio a Unica Zürn, 1980) e
dell’autoritratto.
Quest’ultimo, centrale nella ricerca dell’artista,
conosce nella mostra diversi importanti esempi, dal
piccolo e aggraziato autoritratto giovanile a quello
flamboyant del 1968 al volto ieratico e stilizzato
di Bona à Mexico (1991), fino a quello del 1994 che
mostra il volto di Bona moltiplicato e scomposto in
dettagli (naso, bocca, ecc.), specchio della
continua tensione, nell’opera dell’artista, tra la
frammentazione del soggetto e la sua affermazione,
che trova un’eco nelle potenti autorappresentazioni
simboliche de La Femme Montagne e Ma Main (1991).
Dopo una fase formativa influenzata stilisticamente dall’esempio di de
Pisis, Bona (nome con cui si firma) approda a una pittura figurativa
nutrita di suggestioni fantastiche, che interpreta la natura sulla base
della ricerca surrealista del meraviglioso e del perturbante.
Radici e mandragore dall’aspetto antropomorfo sono i simboli di una
realtà in continua trasformazione che nella seconda metà degli anni
cinquanta trapassa nell’evocazione di un universo magmatico e
fermentante, reso attraverso tele materiche, con l’uso di impasti densi
di terre e polveri, che guardano tanto alle coeve ricerche surrealiste
quanto a quelle dell’informale europeo.
Nel 1958 Bona sviluppa la tecnica che più la caratterizzerà negli anni
successivi, quella dell’assemblage di materiali tessili. Da vecchi
indumenti del guardaroba del maritorecupera fodere e imbottiture
(l’anima, in francese). Brandelli di tessuto che daranno avvio a
innumerevoli composizioni cucite e montate su tela, da lei chiamate “collages”,
“assemblages”, o “ragarts”. Parallelamente l’artista continuerà a
praticare la pittura, il disegno e l’incisione, con opere dense di
simbologie personali, di fantasie erotiche, di allusioni magiche e
alchemiche.
Nel 1958 soggiorna a lungo in Messico, aprendo una nuova fase artistica
e personale. Gli anni sessanta sono per lei un periodo di inquietudine
esistenziale, segnato dalla separazione dal marito, da numerosi viaggi -
in particolare in India, Afghanistan, Ceylon e Nepal e nuovamente in
Messico - e dalle relazioni con il poeta Octavio Paz e con il pittore
Francisco Toledo. La sua opera si arricchisce di riferimenti alle
culture con cui viene a contatto tanto nelle gamme cromatiche e nello
stile, quanto nei soggetti e nelle simbologie.
Il 1967 segna la riconciliazione con de Mandiargues e la nascita della
figlia Sibylle. A partire da questo momento Bona muove verso nuove
direzioni di ricerca. Da un lato riprende la pittura, con una serie di
quadri neo-metafisici che guardano alle origini del Surrealismo.
Dall’altro sviluppa il lavoro sull’assemblage, ora incentrato sul suo
animale totemico, la lumaca. Intensifica anche la sua produzione
grafica, con disegni erotici ispirati dall’arte tantrica. Gli anni
Novanta vedono in primo piano il tema del ritratto, sia con una serie di
omaggi a protagonisti storici della cultura del Novecento, sia con
un’esplorazione del sé attraverso l’autoritratto e il ritratto di
famiglia.
Bona affianca all’attività pittorica quella di poetessa e narratrice:
del 1967 è il racconto surrealista La Cafarde, del 1977 l’autobiografia
Bonaventure, degli anni ottanta le raccolte di versi I lamenti di
Serafino (1985),À moi-même(1988), e Vivre en herbe, ricordi della sua
infanzia, pubblicati postumi da Gallimard nel 2001.
L’evento segna anche la partenza di Contemporanea 2023 - L’Immaginazione
al potere, il programma della Fondazione di Sardegna, all’interno della
piattaforma AR/S, dedicato alla creatività di oggi.
Diretta da Franco Carta e curata da Giuliana Altea e Antonella Camarda,
Contemporanea 2023 esplora il rapporto tra immaginazione, potere e
pratiche artistiche, dall’interesse surrealista per i sogni, le pulsioni
e l’inconscio, al ruolo dell’immaginazione nel sovvertire l’ordine
politico e sociale dagli anni Sessanta sino ad oggi.
Il programma di Contemporanea proseguirà nei giorni successivi a
Tortolì, con workshop per giovani professionisti del mondo dell’arte e
incontri pubblici che vedranno coinvolti Pierpaolo Antonello (Cambridge
University), Edoardo Bonaspetti (Fondazione Henraux), Manuela Cuccuru (Gagosian
gallery), Nathalie DuPasquier (artista), Sofia Gotti (Cambridge
University) GiangavinoPazzola (Camera) e Marta Sironi (curatrice e
storica dell’arte).
Si ringraziano Banca Intesa San Paolo, Milano, Galleria Nazionale di
Arte Moderna, Ferrara, Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma, IMEC -
Institut mémoires de l'éditioncontemporaine,
Saint-Germain-la-Blanche-Herbe,Famiglia Lostia Guiso, Barbara Monteleone.
Questa mostra non sarebbe stata possibile senza la preziosa
collaborazione di Sibylle de Mandiargues.
A cura di
Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Caterina Ghisu
Sede
Museo Nivola
Via Gonare 2 08026 Orani (NU)
Date
16 settembre 2023 - 5 febbraio 2024
Inaugurazione
16 settembre ore 17.30
Sponsor istituzionali
Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Orani
Main sponsor
Fondazione di Sardegna
Con il supporto di
Biennale Barbagia
Progettazione allestimento
Alessandro Floris
Realizzazione allestimento
Artigianato e Design di Pietro Fois
Sardigna Print
Progettazione grafica
Heart Studio
Catalogo
Allemandi
Informazioni
Museo Nivola
Via Gonare 2
08026Orani (Nu)
+ 39 0784 730063 | info@museonivola.it
http://museonivola.it
Orari di visita
lunedì-domenica, 10.30 / 19.30
chiuso il mercoledì
Visite guidate
mattina ore 11.30
pomeriggio ore 16.00
su prenotazione per i gruppi a partire da 10 persone
costo della visita: 2,00 € oltre il prezzo del biglietto
Biglietti
intero7€, ridotto 5€
info accessibilità e gratuità: https://museonivola.it/visita/
Ufficio Stampa
Sara Zolla
+39 346 8457982 | press@sarazolla.com