Collezione Verzocchi

 

La collezione donata da Giuseppe Verzocchi alla città di Forlì nel 1961 è considerata unanimemente tra i più importanti nuclei figurativi del Novecento italiano. Ora in esposizione presso Palazzo Romagnoli in Forlì.
 


Una delle sale di Palazzo RomagnoliQuando parliamo d'ARTE, parliamo sempre di "bellezza"...mi si smentisca, se vi riesce, osservando le splendide pitture della collezione Giuseppe Verzocchi, esposte in via definitiva da domenica scorsa al piano terra del restaurato Palazzo Romagnoli a Forlì.

Campigli, Cantatore, Carrà, Casorati, Cassinari, De Chirico, Guidi, Guttuso, Maccari, Migneco, Rosai, Moreni, Saetti, Sassu, Sironi, Soffici, Turcato, Vedova...per citare solo alcuni dei nomi degli autori - di altissimo livello e che hanno scritto la Storia dell'Arte nel secolo scorso - delle 71 opere che costituiscono la collezione Verzocchi, esposte a suo tempo alla Biennale di Venezia.

La storia di questa collezione si intreccia con quella personale del proprio mecenate, Giuseppe Verzocchi, imprenditore forlivese che ebbe, a partire dal 1948 l'idea di costituirla affidando agli artisti l'incarico a produrre un'opera sul tema "Il Lavoro", condizionandone la realizzazione con le dimensioni (tutte le opere misurano cm 90 X 70) e con l'inserimento nel dipinto -anche in ridotta grandezza - di "un mattoncino", logo della sua azienda (Verzocchi produceva mattoni refrattari, n.d.r.).

"Ho lavorato e lavoro con tenacia, con amore e frenesia ed è appunto per riconoscenza verso il lavoro, che è sempre stata la mia ragione di vita, che ho invitato alcuni pittori a trattare questo argomento nel loro linguaggio". Argomentò con queste parole, Verzocchi, il perchè della sua decisione...e non finì lì : nel 1961, esattamente il Primo Maggio, donò quella sua importante e significativa collezione sul tema del lavoro alla Pinacoteca civica forlivese e che ora è possibile ammirare nella sua interezza. Ne vale la pena.


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Dalla mia pagina facebook

Stamani sono tornato a Palazzo Romagnoli (ho approfittato: in questi giorni, e fino a domenica, l'ingresso è libero...eppoi è a due passi dalla "mia" piazza Saffi).
La collezione Verzocchi -costituita da settantun dipinti sul tema del Lavoro, allestita definitivamente al piano terra di Palazzo Romagnoli, merita una seconda visita e, se potrò, anche di una terza.

Come la definisce Rosanna Ricci - sulle pagine del Carlino di oggi - "la collezione Verzocchi è un "poema" sul Lavoro che l'imprenditore mecenate donò alla città di Forlì nel 1961"...riconsiderate ciò che ho appena riportato, estrapolandone i tre concetti fondamentali: LAVORO, MECENATISMO e DONAZIONE... Rabbrividisco... a quanto anacronistici rischiano di apparire...mentre invece a mio avviso sono i concetti che assegnano un altissimo "valore aggiunto" alla collezione oltre ovviamente a quello intrinseco, al valore artistico.

Voglio ricordarne le origini, perchè anch'esse meritano il giusto risalto: Un industriale del dopoguerra, Giuseppe Verzocchi, fabbricante di mattoni refrattari, amante dell'Arte, decide, negli anni 1948-1949, di "investire" parte degli utili commissionando a settantuno artisti del tempo la realizzazione di dipinti che sviluppassero il tema del LAVORO : "Il tema è, secondo il mio parere -sono parole del Verzocchi- fra i più elevati. Ho lasciato agli artisti la maggior libertà d'interpretazione allo scopo di dare ad esso una visione quanto più completa possibile. Ho evitato di dare particolare risalto al mio lavoro per il rispetto che ho verso il lavoro di tutti. Ho soltanto desiderato che ogni quadro recasse in sè una parte di me stesso, sotto forma di quella che io considero la mia sigla personale e cioè il mattone refrattario che io fabbrico".

Le semplici parole di Verzocchi non necessitano di commento...è un pensiero di così tale levatura che disarma, rendendo NOI, pomposi e pompati individui dell'era tecnologica... un mucchio di monnezza, di inutile monnezza...


 

 

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Ultimo aggiornamento:  13-10-22