Il mestiere del pittore - Il batik

Colori

Artisti si nasce , pittori si diventa :  Il batik


Il batik è una tecnica che ha origini antiche, probabilmente cinesi, e che si è man mano trasformata in relazione soprattutto all'evoluzione dei materiali, dei colori usati e dei supporti utilizzati.

Oggi, quando si parla di batik, si vuole sostanzialmente descrivere una procedura che più che per decorare il tessuto, in genere seta più o meno tagliata con fibre sintetiche, può essere utile per tingerlo.

Il procedimento di tintura, con disegni o figure, avviene in modo tale che alcune parti del tessuto utilizzato accettano il colore, mentre altre lo respingono.

Il motivo principale di questo fenomeno dipende sostanzialmente dalla distensione sulle parti interessate di una particolare cera che impedisce al colore di aderire al tessuto.

Esiste poi un altro sistema che prevede l'annodamento di una parte del tessuto per evitare che, durante la stesura, il colorante impiegato possa venire a contatto con la parte del tessuto che si desidera mantenere nel colore originale. In questo caso si parla di batik a nodi.


Procedimento di stampa
Anzitutto occorre procurarsi la cera che in commercio si trova appositamente preparata per questo scopo in pannetti rettangolari di piccole dimensioni, composti generalmente da una miscela di paraffina e di cera vergine che si fa fondere a bagnomaria lentamente secondo le istruzioni del fabbricante.

Con un apposito colino si stende questa cera fusa sulle parti di tessuto cui si vuole lasciare il colore naturale. Sulle altre parti invece la cera viene stesa con un pennello piatto di setola dura a pelo corto.
A parte si prepara il bagno di colore, generalmente bustine di coloranti in polvere che si sciolgono in acqua calda, e in questa soluzione, portata ad una determinata temperatura, si immerge, per un periodo di 20 minuti, la stoffa sulla quale è stata stesa la cera.

A questo punto, si può far essiccare a freddo il tessuto e quindi introdurre in altre sue parti nuovi disegni o figure: si stende dell'altra cera a caldo, e si procede nuovamente con un altro bagno di colore di quello già usato in precedenza. Utilizzando una tecnica di questo genere occorre però fare attenzione che i vari coloranti usati non si mescolino tra loro cambiando la tonalità che si desiderava ottenere.

Terminata questa operazione si fa asciugare lentamente a freddo il tutto e , dopo un'essiccazione completa, si stende la stoffa trattata tra due fogli di carta assorbente, oppure di cartoncino , assicurandosi sempre che la carta sia sufficientemente porosa per trattenere la maggior parte della cera stesa sul tessuto. Con un ferro da stiro, regolato sulla temperatura lana, si passa più volte sulla stoffa sino a che tutta la cera, disciolta completamente, venga assorbita dalla carta. Se la quantità di cera è elevata conviene cambiare spesso la carta di assorbimento per evitare che ne rimanga una parte sul tessuto. Per essere sicuri che il colorante steso resista a un accurato lavaggio della stoffa che si è decorata, è sempre opportuno a questo punto utilizzare speciali fissatori.

In mancanza si può usare una soluzione 1:10 di acido acetico in cui si immerge il tutto per qualche minuto. Si procede poi ad un risciacquo con abbondante acqua tiepida, fino a che questa rimanga perfettamente trasparente. Per realizzare i batik con la tecnica a nodi la cera non viene utilizzata in quanto la stoffa annodata impedisce la penetrazione del colorante. Con quest'ultima tecnica si ottengono però effetti e disegni completamente diversi da quelli del batik a cera.


 

 

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Ultimo aggiornamento:  13-02-21