Artisti si nasce , pittori si diventa :
colori acrilici
Da quando, agli inizi
del quindicesimo secolo, nacque la pittura a olio, gli artisti, simili in
questo ai costruttori, hanno sempre usato gli stessi ingredienti di base. I
colori a olio che Jan van Eyck mescolava sulla tavolozza per dipingere la
Crocefissione , ad esempio, erano sostanzialmente uguali a quelli che
adoperano i pittori contemporanei. Negli ultimi decenni abbiamo però
assistito a una vera rivoluzione dei materiali usati dagli artisti: nella
seconda metà del Novecento, infatti, comparvero sulla scena i colori
acrilici, colori nuovi e versatili, a base di resine sintetiche, più
esattamente di polimeri, usate anche per la fabbricazione di molti articoli
di uso quotidiano, come oggetti per cucina e indumenti vinilici. La gamma
dei polimeri è vastissima e l'industria dei colori non ne usa che alcuni.
I colori sono costituiti da un pigmento mescolato ad un legante. I pigmenti,
o colori veri e propri, sono sostanzialmente gli stessi per tutti i
materiali usati dagli artisti: quello che cambia è il legante, che può
essere una colla idrosolubile, come negli acquarelli o un olio essiccante,
come quello di semi di lino usato per i dipinti a olio, o persino l'uovo,
come nella tempera a uovo. La differenza fra gli acrilici e gli altri colori
sta, appunto, nel legante sintetico.
È la natura di questa resina legante che rende gli acrilici più durevoli e
versatili rispetto agli altri colori. Una volta essiccato, il colore diventa
un vero e proprio rivestimento plastico virtualmente indistruttibile, che
può essere usato su tutte, o quasi, le superfici.
Come si preparano gli acrilici
Il colore acrilico si prepara mescolando pigmenti in polvere con legante
acrilico. Quando è umido, il legante ha un aspetto lattiginoso, ma diventa
trasparente una volta asciutto, rivelando il vero colore del pigmento. Nei
colorifici, giganteschi contenitori di questa sostanza grezza, gelatinosa
prima che ad essa sia aggiunto il pigmento che le dà vita, sono trasportati
avanti e indietro fra macchine frantumatrici e miscelatrici che, alla fine,
producono il colore finito.
Gli ingredienti sono accuratamente pesati e controllati prima dell'uso e
sono appunto questa precisione pignola e questo controllo durante la
fabbricazione che consentono di ottenere migliaia di tubetti di colore, di
consistenza e qualità pressoché identiche.
Il pigmento arriva in grandi quantità da tutto il mondo. Alcuni colori, come
le terre di Siena e le terre d'ombra, sono ottenuti scavando il suolo;
altri, come l'azzurro di cobalto, sono pigmenti minerali; altri ancora sono
di origine vegetale o animale. Ma la maggior parte dei colori, come il
cremisi di naftolo e il porpora di diozina, sono creati in laboratorio da
scienziati e sono altrettanto nuovi per il mondo dell'arte quanto gli
acrilici. I pigmenti, spesso stupendi allo stato grezzo, arrivano in
stabilimento sotto forma di polvere e, come per tutti i materiali grezzi,
subiscono esami visivi e controlli qualitativi prima di venir messi in
commercio.
Non tutti i pigmenti usati in passato dai pittori si prestano alla
fabbricazione degli acrilici. Alcuni pigmenti tradizionali, come il cremisi
di alizarina, sono incompatibili con la resina sintetica e tendono a formare
coaguli. In questi casi, si usa, come alternativa, un pigmento organico che
possa essere miscelato con la resina.
Altri pigmenti, mescolati alla resina, non raggiungono la densità ideale: il
rosso di cadmio e il ceruleo ne sono due esempi e in entrambi i casi i
colori acrilici sono più deboli e meno saturi della loro controparte a olio.
Gli acrilici hanno fama di essere, fra tutti i colori, quelli più durevoli e
resistenti alle intemperie, fama dovuta ad alcuni ingredienti essenziali.
Alla miscela di resina e di pigmento si aggiungono un conservante, che
previene l'alterazione, un anticongelante che impedisce ai tubetti di
congelare col freddo, un concentrante, che dà all' acrilico una consistenza
simile a quella del colore a olio e, infine, un umidificante, che stabilizza
il colore e distribuisce in maniera uniforme il pigmento nella resina.
Gli ingredienti vengono polverizzati con gran cura nelle macinatrici, per
far sì che la granitura del colore finito sia finissima. A differenza del
colore a olio che, per tradizione, è frantumato fra pesanti rulli di
granito, i moderni acrilici sono polverizzati con rulli d'acciaio. Un
acciaio opportunamente hi- tech viene usato per ogni colore acrilico,
eccetto uno, il giallo primula, al quale il metallo conferirebbe toni
grigiastri e che, come i colori a olio, deve essere polverizzato su granito.
Nel corso di questo processo, le particelle di pigmento vengono rivestite da
una pellicola di plastica. L'aspetto lattiginoso dell'emulsione resinosa
usata per la fabbricazione scompare a mano a mano che l'acqua evapora e il
rivestimento plastico si fa limpido, come tutte le materie plastiche
perfettamente trasparenti sul tipo della lucite.
Si ottiene così un colore pressoché ideale. Il rivestimento di ogni
minuscola particella di pigmento con uno strato praticamente indistruttibile
di plastica trasparente dà un colore puro, che non si decompone né scolora
né si screpola e che presenta pochi dei difetti e inconvenienti inevitabili
nei colori più tradizionali.
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Ultimo
aggiornamento:
25-05-25
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