Parigi era viva

De Chirico, Savinio e les italiens de Paris (1928-1933)

Al Museo Accorsi-Ometto fino al 30 gennaio i sette artisti che hanno ridisegnato la pittura italiana nel XX secolo.


La Parigi d’inizio Novecento, capitale culturale d’Europa, contava circa 10 mila artisti ma fra i tanti irrompono sette italiani: Giorgio de Chirico, suo fratello Alberto Savinio, Gino Severini, Mario Tozzi, Massimo Campigli, Renato Paresce e Filippo de Pisis. Sono Les Italiens de Paris, tolgono la scena ai francesi che, con disprezzo, li chiamano metechi ma suscitano l'ammirazione dei colleghi.

Copertina del catalogo della mostra Parigi era viva. De Chirico, Savinio e les italiens de Paris (1928-1933)”, fino al 30 gennaio 2022, al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino, a cura di Nicoletta Colombo e Giuliana Godio, è la mostra che restituisce quel clima artistico, propositivo, dialogante e provocatorio, di un crocevia spazio-temporale unico e irripetibile e, attraverso una settantina di opere, riesce a tirar fuori quella tensione europeista maturata tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, un’epoca che vide Parigi farsi scenario di una cultura cosmopolita e interattiva, antitradizionale, in cui maturare il confronto con i movimenti avanguardisti.

Il titolo dell’esposizione si ispira a “Parigi era viva”, autobiografia di Gualtieri di San Lazzaro – celebre scrittore, editore e critico d’arte italiano, emigrato a Parigi – in cui vengono raccontate in terza persona la vita e le vicende lavorative di Picasso, di Matisse e de Les Italiens.

La mostra segue un percorso classico e metafisico, meccanico e surrealista, inconscio e cerebrale, onirico e giocoso, e il fil rouge invita all'ottimismo. Il criterio nella selezione delle opere da parte delle due curatrici si orienta su tematiche che strizzano l'occhio a un nuovo classicismo trasognato, in equilibrio tra reale e fantastico, storia e mito, tradizione e avanguardia; per dirla alla André Breton, nel Secondo manifesto del surrealismo, in modo che si trovi il «punto in cui reale e immaginario cessano di essere percepiti in modo contraddittorio».

Si comincia con de Chirico, tra rimandi metafisici e richiami al classico. Si prosegue con Alberto Savinio e il mescolamento di antico e moderno, le ibridazioni metamorfiche, ma anche i paesaggi da sogno verso l'ignoto. Viene poi la sezione di Massimo Campigli, con i riferimenti a modelli etruschi e a una figura femminile sempre centrale. Filippo de Pisis si può osservare nella pittura frammentaria, René Paresce nell'intensità e malinconia, nonché nel disorientamento e nell'inquietudine. Severini rivive invece soprattutto nei temi musicali. Il percorso si conclude con Tozzi, divulgatore dello “spirito italiano” che popola il suo universo di figure archetipiche, architettoniche, realistiche e idealizzate.


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Parigi era viva. De Chirico, Savinio e les italiens de Paris (1928-1933)
ottobre 2021 - gennaio 2022
Fondazione Accorsi – Ometto Museo di Arti Decorative
Via Po, 55 – 10124 Torino
info@fondazioneaccorsi-ometto.it
https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/

 

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Ultimo aggiornamento:  22-03-22