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			Promossa e organizzata dal Comune di 
			Novara, dalla Fondazione Castello Visconteo e dall’Associazione METS 
			Percorsi d’arte, in collaborazione con ATL della provincia di 
			Novara, con i patrocini di Commissione europea e Provincia di 
			Novara, con il sostegno di Banco BPM (Main Sponsor), Regione 
			Piemonte, Fondazione CRT e Esseco s.r.l., è curata dalla nota 
			studiosa Annie-Paule Quinsac, tra i primi storici dell’arte 
			ad essersi dedicata al Divisionismo sul finire degli anni Sessanta, 
			esperta in particolare di Giovanni Segantini – figura che ha 
			dominato l’arte europea dagli anni Novanta alla Prima guerra 
			mondiale –, di Carlo Fornara e di Vittore Grubicy de Dragon, artisti 
			ai quali ha dedicato fondamentali pubblicazioni ed esposizioni.
 Per la sua posizione geografica, a quarantacinque chilometri dal 
			Monferrato, fonte iconografica imprescindibile nell’opera di Angelo Morbelli, e appena più di cento dalla Volpedo di 
			Giuseppe Pellizza, 
			senza dimenticare la Valle Vigezzo di Carlo Fornara, Novara è 
			infatti luogo deputato per ospitare questa rassegna, incentrata sul 
			Divisionismo lombardo-piemontese: i rapporti con il territorio ne 
			hanno determinato le scelte e il taglio complessivo.
 
 Il Divisionismo nasce a Milano, sulla stessa premessa del 
			Neo-Impressionnisme francese - meglio noto come Pointillisme -, 
			senza tuttavia che si possa parlare di influenza diretta. Muove 
			dall’idea che lo studio dei trattati d’ottica, che hanno 
			rivoluzionato il concetto di colore, debba determinare la tecnica 
			del pittore moderno. Si sviluppa nel Nord d’Italia, grazie 
			soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon, mercante 
			d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il 
			fratello Alberto gestisce a partire del 1876 una galleria d’arte a 
			Milano. E’ Vittore a diffondere tra i pittori della sua scuderia il 
			principio della sostituzione della miscela chimica dei colori 
			tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza, con un approccio diretto 
			all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, 
			il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio 
			dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una 
			sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto.
 
 Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al 
			Piemonte: la pennellata divisa è destinata a diventare strumento 
			privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una 
			messa a fuoco delle tematiche sociali. Solo Gaetano Previati, 
			irreducibilmente antirealista sin dagli esordi, elabora una visione 
			simbolista che scaturisce dal mito, da un’interpretazione visionaria 
			della storia o dall’iconografia cristiana, agli antipodi di quella 
			di Segantini sempre legata alla radice naturalista di una percezione 
			panica dell’alta quota.
 
 Ordinata in 
			otto sezioni tematiche, l’esposizione consta di settanta 
			opere tutte di grande qualità e bellezza, provenienti da importanti 
			musei e istituzioni pubbliche e da collezioni private.
 
 Un catalogo scientifico accompagna l’esposizione. Il saggio della 
			curatrice è corredato da schede biografiche degli artisti, con 
			schede critiche delle singole opere affidate agli specialisti di 
			riferimento e apparati bibliografici ed espositivi.
 
 Una mostra dunque di grande respiro, un percorso ricco e 
			affascinante tra le opere più significative dei maestri divisionisti 
			italiani in un luogo, l’imponente Castello Visconteo Sforzesco, 
			ricco di storia e ristrutturato a regola d’arte per una vocazione 
			museale.
 
 
			
			 
				
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			Ultimo 
			aggiornamento:  
			05-04-23
			
			
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