L' Astrattismo
L’idea che arte e
bellezza possano risiedere anche in assenza di forma o soggetto risale a
tempi antichi, a Platone e a Socrate. Secondo i filosofi e gli storici
dell’arte l’uomo, schiacciato dalla potenza degli dei o dall’incertezza
della propria esistenza, tende ciclicamente ad allontanarsi dal reale
abbracciando l’astrattismo. Fuori dal campo della filosofia fu
l’evoluzione stessa della pittura che preparò la comparsa
dell’astrattismo. Già le teorie cromatiche dei postimpressionisti
avevano separato l’oggetto dipinto dal suo aspetto reale.
L’impiego del colore divenne in seguito sempre più libero, fino al
trionfo del colore puro, che fu la grande conquista degli artisti fauves.
Gauguin e Cézanne contribuirono in maniera decisiva all’evoluzione
dell’arte verso l’astrattismo. Già attorno al 1910 circa,
all’indipendenza della forma si aggiunse quella del colore: la
disintegrazione dello spazio pittorico comportò la lenta dissoluzione
dell’oggetto, poi la sua scomparsa, segnando infine l’avvento
dell’astrattismo.
Due dei tre pionieri di questa pittura, Mondrian e Malevic, passarono
dal cubismo all’astrattismo. Solo Kandinsky giunse all’astrattismo
direttamente, attraverso il colore. Ai tre pionieri si aggiunsero
l’americano Arthur Dove che realizzò nel 1910 alcuni dipinti astratti
molto personali; il russo Larionov che lanciò nel 1913 il raggismo,
movimento astratto, che restò legato al suo nome e a quello della
Goncarova; Delaunay e Léger che in Francia, nel 1913, concepirono
rispettivamente le Forme circolari e i Contrasti di forme.
Da https://www.artesplorando.it/2016/04/lastrattismo-espressione-concreta-della-realta.html |