CONTROPIANI MEDITERRANEI
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Domenica 11 novembre 2012, alle ore 18.30, al Fortino di Sant’Antonio di Bari, verrà inaugurata la mostra “Contropiani Mediterranei”, a cura del critico d’arte Maurizio Vitiello. La mostra, che è inserita nell'ambito del progetto "Agorà dell'arte" e organizzata dall’associazione “Agorà mediterranea”, presenta opere recenti degli artisti: Luisa Bergamini, Lucia Buono, Alfredo Celli, Carlo Cottone, Maria Pia Daidone, Teresa Follino, Franco Giacopino, Luciana Mascia, Monica Pennazzi, Nino Perrone, Massimo Pompeo e Myriam Risola. Alle ore 20.00 ci sarà la performance vocale di En sabir: Teresa Barbieri, Stefano De Dominicis, Silvana De Palma, Vito Giammarelli. | ||||
"La mostra Contropiani Mediterranei, allestita nell’interessante spazio del Fortino di Sant’Antonio di Bari, inserita nell'ambito del progetto "Agorà dell'arte", desidera rispondere all'esigenza di reperire nuovi spazi in cui promuovere efficacemente la creatività degli artisti locali in rapporto alle tendenze culturali del territorio nazionale e delle proiezioni mediterranee. "Contropiani Mediterranei” rilancia un segnale, seppur minimo, di verifica dello stato dell'arte in Italia; è un incontro tra artisti di diverse aree geografiche italiane. Sono presenti: Luisa Bergamini, Lucia Buono, Alfredo Celli, Carlo Cottone, Maria Pia Daidone, Teresa Follino, Franco Giacopino, Luciana Mascia, Monica Pennazzi, Nino Perrone, Massimo Pompeo, Myriam Risola. Questa rassegna d’arte contemporanea, che vede insieme dodici presenze artistiche con relative recenti opere d’arte realizzate con diversi codici linguistici, vuole essere un ulteriore contributo di verifica dello stato dell’arte italiano. L’esposizione incapsula “sensi mediterranei" di artisti di varie località italiane e con all’attivo tante personali, molte collettive e diverse rassegne, di grande importanza, da “ La Quadriennale ” di Roma sino a “ La Biennale ” di Venezia. Istanze, aperture, tensioni, lieviti, esiti, palpiti e risultati di ricerche vivono nelle loro opere l’urgenza e la necessità di confrontarsi. Questi artisti di tono e di qualità, da molti anni sulla scena artistica nazionale, e non solo, differenti per caratteri, offrono un serio ventaglio di misurate declinazioni del linguaggio plastico e pittorico contemporaneo. Attuali direttive di molteplici modalità espressive convergono per manifestare attendibili presenze e per determinare una possibile misurata ricognizione. Questi artisti con lavori di ricerca, seriamente conosciuti e ampiamente riconosciuti, sostengono un contemporaneo visivo di temperamento euro-mediterraneo e attivano, così, oggi, una prova espositiva per alimentare, in fondo, una resistente apertura futura. Bisogna sottolineare che la creatività nel Mezzogiorno risulta sempre in crescita e i risultati delle varie indagini in campo hanno bisogno di luoghi di confronto per eventuali dibattiti. La filosofia di quest' incontro, improntato al confronto di stili, permette al territorio barese di poter recepire un momento squisitamente visivo-culturale, mentre all'orizzonte si tratteggiano ulteriori spunti per scambi aggreganti di nuovi progetti. In questa mostra s’incontrano vari vissuti; nelle opere si riflettono attraversamenti memoriali; difatti, nelle cognizioni artistiche che s’inoltrano la memoria è recepita come fondo d’avvio, mentre passaggi diaristici rafforzano un campo di profili evocativi, aggettanti, risonanti. Alza il livello qualitativo la metabolizzazione di estremi, quelli epocali e quelli intimistici, quelli sociali e quelli domestici; ogni artista delimita un proprio ambito di ricerca, finitimo agli altri; le rispondenze estetiche squillano e si specchiano, movimenti e intrecci rafforzano congetture e rimandi. L’incontrarsi è vivificare la comunicazione, rinvigorire il sentire comune. Fermare la memoria per assicurarla come testimonianza del vissuto e sommare anche la pronuncia diaristica permette di regolare passato e presente per graffiare il futuro; e sembrano scattare altri possibili incontri. Quest’esposizione è un meeting di paralleli segni incisi e di espressioni raccolte sul “fil rouge” del ricordo, associato e spinto dalla voglia di andare oltre le leggi dell’uomo per avvicinarsi, invece, a quelle sagge della natura e questa doppia declinazione del motivo del ricordo si pone come un’interpretazione più liberale per captare movimenti e gesti, ciò che ci circonda o ciò che ci abbraccia. - Maurizio Vitiello | ||||
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