recensione di

ANNA SCIACOVELLI

"La grande comunicativa del "linguaggio" rispecchia in tutto il suo essere il pittore barese Leonardo Basile che, spesso, segue la propria innata creatività correndo a briglie sciolte contemporanei "sentieri", lasciando emergere un nuovo modo di dipingere nel quale, ritengo, possa rispecchiarsi il suo animo di fanciullo sempre contento di tracciare linee concentriche all'infinito, manifestando, senza costrizioni o imposizioni di altri, il proprio pensiero più recondito.

Molto interessante, senza dubbio, il modo in cui il Basile riporta sulle tele una realtà in altro tempo osservata, rimasticata e successivamente estrinsecata secondo una sua ottica moderna.

La sua è una ricerca che, partendo dalla cosiddetta pittura tradizionale, si appalesa e diventa variazione continua di contenuti, di processi e di forme.

Peraltro, giocando con i colori, l'artista ci fa leggere, a chiare lettere, lo stesso suo percorso pittorico che segue l'analisi profonda del dinamismo cosmico proiettato in uno spazio architettonico colmo di trasparenze e di movimenti spettrali ma reali.

La sua tavolozza investe il fruitore, con la ritmica distribuzione di forme e colori, una vera ed accattivante sovrapposizione razionale-irrazionale di rettangoli, piccoli o grandi- quasi luminoso caos ancestrale- sì che, leggendo ogni nuova tela, debba farci conoscere la sua stessa e sicura ispirazione alle origini del mondo.

Un mondo, questo, non piatto ed uniforme, ma vibrante come un'anima in piena effervescenza cromatica.

L'artista sembra giocare con la tavolozza adoperando alcune volte toni accentuati, palpabili, addirittura sensuali talaltre smorzati, quasi impalpabili.

Altresì egli fascia superfici, irradiazioni conturbanti, radiosorgenti cosmiche, nebulose e gruppi stellari di colori caldi che fuoriescono a volo radente dalle tele facendo riflettere il fruitore sulle interazioni della vita con lo stesso micro- macrocosmo.

Convinta, per il mio stesso mestiere, che per ogni'atto creativo e per ogni giudizio su di esso occorre accertare e stabilire se sia stato compiuto o meno un certo processo tecnico e mentale dirò subito che, in Basile, si avverte la sempre vigile preoccupazione di intendere, giudicare, trascegliere, modificare ed ampliare le stesse primigenie forme della sua pittura.

Dimostrando di come l'arte non possa perdere i suoi caratteri fondamentali, nonostante le imposizioni dell'ambiente esterno, in quanto il senso dell'infinito artistico è innato in ogni coscienza, in Leonardo Basile la fantasia continua sempre a manifestarsi anche quando le pressioni esterne cercano di soffocare ogni movimento d'arte.

Il superamento dell'atmosfera fisica avviene a gradi ed in lui c'è sempre un ritorno alla scomposizione-composizione, quasi un ritorno ad elementi simbolici attraverso un geometrismo coerente ma discontinuo, per certi aspetti quasi modulare, nel quale le varie parti che formano un quadro si armonizzano con raffinato gusto e con coesistenti espressioni di colori diversi.

In quasi tutte le opere gioca molto il trasporto cromatico, l'intensità dei raggi corpuscolari fatti per abbagliare , incantare, meravigliare, conquistare il fruitore che viene trasportato, quasi d'incanto, nel bel mezzo dell'universo dove palpitano all'unisono forze gravitazionali del creato .

Nella pittura di questo valido artista e dinamico operatore culturale pugliese al di là di ogni tecnica, c'è il talento che emerge, e lo si ravvisa nella sua accurata e quanto mai arguta analisi della stessa condizione umana.

Non un fatto letterario, per intenderci, il suo, ma sintesi di costume che non trova spazio negli intrighi e nella natura stessa in cui si dibatte l'uomo-artista nella piena convinzione che oltre il reale c'è l'irreale e, con esso, lo stesso profondo mistero dell'uomo stesso nell'universo."




Giornalista e narratrice, Anna Sciacovelli ha condotto ricerche di storia e dialettologia che l'hanno portata a pubblicazioni di successo come il recente "Baresismi" cui ha fatto presto seguito "Baresismi baby", dedicato ai più piccini, e ad una lunga serie di racconti sui mestieri scomparsi, nei quali si coniuga sapientemente la riproposizione del mestiere con una storia di sentimenti dimenticati nello stress della presente vita quotidiana.

 

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