Le ali colorate del pittore filosofico

 

Il ricordo di Matteo Masiello, pittore nato a Palo del Colle e vissuto a Bitonto, in questo intervento di Marino Pagano pubblicato da La Gazzetta del Mezzogiorno in data 28 marzo 2021, ad un anno esatto dalla scomparsa.


"È passato un anno da quando l’artista Matteo Masiello ci ha lasciato. Proprio oggi il primo anniversario della scomparsa. Il pittore bitontino, originario di Palo del Colle, dov'era nato nel 1933, non ha ancora ricevuto, complice la pandemia, quel che in termini di memoria avrebbe dovuto meritare. E se è vero che verrà il tempo, è anche vero che di Masiello si deve ricominciare a parlare, più sistematicamente.

Sull’artista è stato detto tanto, tuttavia si dovrà pensare all’approfondimento critico e monografico su una presenza interessante della seconda metà del '900, in ottica nazionale ed oltre.
La cifra del dubbio; un'alterità ieratica, tentativo di eludere ogni impotenza; l'ironia pensosa; una qual certa morfologia dell'asserto sospeso.
Pittura filosofica. L'uomo di Masiello è in ricerca, roso ma non vinto da quel dubbio, dimensione in cui si esibisce un tassello interpretativo, un rimando, un possibile significato, lungi da sentieri nichilisti. Il dubbio resta ancorato alla sua moderna angoscia, riflettendosi però in un simbolo, ora alluso ora manifesto.
Il tutto in un animo profondamente fanciullo. «Quando il pittore termina un’opera la rimira, instaura con essa un dialogo, nondimeno se ne compiace. Ma ecco un vuoto, uno stacco improvviso; si insinua nel suo inconscio un riporto di dubbio e conclude che l’unica certezza è che si è divertito con i pennelli, che ha giocato». Così la «Confessione» del maestro in un’occasione editoriale, anni fa.

Masiello suggestivo anche nelle poche ma calibrate parole, la cui sorgente avvertivi provenire da un orizzonte di senso lontano da qualsiasi aridità di spirito. Un figurativo monumentale, il suo, tuttavia non soverchio: il contenuto, riflessivo e forse persino conturbante, eppur così colorato, così vivo, conferma la radice nel pensiero, nel tema dell’assenza, nel ricorso alle pause. Itinerari in cui l’estetica stessa, gigante e non tronfia, ci invita a valutare quel che ci precede o ci segue, di sicuro ci sovrasta. Masiello va però ricordato come memoria viva.

Bitonto, Palo, Bari, Trani (dove molte sue opere sono ospitate a Palazzo Beltrani) non dimentichino il discorso profondo di Matteo Masiello: un discorso oltre la pittura e però suo trionfo, arte piena, disputa attorno a domande di senso.

Gli uomini senza volto o dal volto ripetuto, la figura spezzata, l’accenno insistente al volo: segni ad esprimere quesiti sull'effettiva natura dell'individuo. Kafka, Borges, Sciascia, Fellini tra i riferimenti «letterari» di Masiello (con Coleridge, Pirandello ed altri), forse più influenti dei pittori, pure evocati. Perché alle origini c’era il richiamo alla parola, al pensiero e questo è stato l’autorevole discorso di Masiello. Un discorso che continuerà ad esprimersi, purché ci si metta in ascolto. La sua eredità lo merita ampiamente." -
Marino Pagano

'Omaggio a Kafka" - Dipinto di Matteo Masiello

Dipinto di Matteo Masiello: 'Omaggio a Kafka", olio su tela, cm 120 X 140 - 1999

 

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Ultimo aggiornamento:  22-03-22