Antonio Papasso

Elogio del leggero

'Antonio Papasso.Elogio del leggero' è la pubblicazione curata da Cinzia Di Bari sulla biografia artistica del Maestro Antonio Papasso, incisore e pittore italiano (Firenze, 11 luglio 1932 – Anguillara Sabazia, 8 febbraio 2014).

 

Copertina del volumeLa storia di Antonio Papasso abbonda di testimonianze che ne riconoscono un operare creativo ricco di qualità e di novità: quelle di Elio Filippo Accrocca, Giulio Carlo Argan, Riccardo Barletta, Germano Beringheli, Gillo Dorfles, Luigi Ferrarino, Carlo A. Madrignani, Giorgio Ruggeri, Roberto Sanesi, Edoardo Sanguineti, Miklos N. Varga, e di tanti altri tra critici, scrittori e poeti che hanno disseminato il suo cammino artistico.

Ricostruire la sua storia non mi è stato facile per la scarsa propensione di Papasso ad archiviare la documentazione che lo riguarda, cosa peraltro assai diffusa tra gli artisti. Scoprire che oltre ai testi, le recensioni, le poesie a lui dedicate vi fosse una cospicua documentazione epistolare dei rapporti intercorsi con gli illustri personaggi che lo hanno incoraggiato dagli anni 70 ad oggi, insieme a quella relativa alle importanti istituzioni pubbliche che conservano in permanenza le sue opere, mi ha dato molta soddisfazione.

Papasso nasce nel 1932 a Firenze, ma è solo nel 1970 che inizia a dedicarsi all'arte. Ispirato da alcune massime picassiane, tra le quali: "Non ho mai visto i colori lottare tra loro" egli inizia con lo sperimentare in libertà, forme e colori. Applica questo principio accostando colori stridenti e contrastanti ad immagini figurative, realizzando piccoli lavori, oggi dispersi. (nota dell'artista: li tenevo chiusi in un cassetto perché inaccettati dal mondo esterno). Col tempo Papasso si rende conto che quei colori che apparivano così ostili tra loro, si acquietavano trasformandosi in nuove armonie. Da queste esperienze nascono le sue prime stampe da incisione: paesaggi campestri e lacustri che deciderà di firmare con lo pseudonimo di Antigone. Si tratta di opere che molto più tardi verranno acquisite dalla Bibliotheque Nationale de France.

Papasso continua la sperimentazione con l'incisione e la stampa, pubblicando nel 1976 una raccolta di cinque stampe - eseguite con le tecniche dell'acquaforte, dell'acquatinta e della puntasecca - dal titolo "Genealogia". E' la prima opera incisoria a firma Papasso che gli permette di chiudere con il passato.

Successivamente, muovendosi nell'ambito della pura creatività, prendono forma le raccolte incisorie "Canta" (1981), "Re/spira" (1982), "Forma Naturæ (Archetipi & C.)" (1985) e "Promemoria / Pro memoria" (1986/92), poi acquisite da istituzioni pubbliche come il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Bibliothèque Nationale de France di Parigi.

L'occulta esperienza di Antigone continua parallelamente a quella del Papassoincisore: dalla loro fusione nasce, come per caso, un nuovo linguaggio, una sua personale espressione basata sull'uso di soffici veline. Mi riferisco ai suoi primi papiers froissés, allora tutti bianchi e simmetrici, che nel 1979 l'artista espone a Milano, alla galleria Zarathustra, presentati da Roberto Sanesi e che ripropone nel 1982, sempre alla Zarathustra, in una nuova mostra presentata da Gillo Dorfles.

Per Papasso, i papiers froissés costituiranno l'elemento catalizzatore che lo spingerà ad essere più vero: si concentra sul fare creativo e si avvia ad una singolare formatività che viene da lontano e che solo il tempo rende riconoscibile. Un linguaggio semplice, aperto, che dispone alla libera percezione e a comprenderne i valori: "è come se l'artista si sostituisse al contadino il quale, dopo aver preparato la terra per mettere a dimora il seme, attendesse il germogliare, la crescita della pianta, la produzione dei frutti senza un successivo intervento", per citare lo stesso Papasso.
I titoli delle opere, laddove sono presenti, non sono generici e neppure indicativi: forse evocativi o provocatori. Sembra proprio che egli desideri accompagnare lo spettatore con un "Senza Titolo".

A volte, a causa di una profonda inquietudine, si isola: durante quei periodi riflette e continua la sua sperimentazione. Come sta accadendo negli ultimi tempi, con il suo interesse per la fotografia digitale: aiutato da questa tecnologia, egli riproduce alcune opere in una luce diversa, nel tentativo di evidenziare le suggestive tridimensionalità create dalle carte stropicciate e dagli altri inserti materici.

Per quanto riguarda la sua discontinua attività espositiva più di recente, dopo la mostra che si è tenuta nella Sala Consiliare del Comune di Bracciano nel 1999, Papasso si ritira per l'ennesima volta e ricompare solo nel 2004 alla Facoltà di Italianistica dell'Università di Firenze, per partecipare ad una esposizione collegata alla presentazione del libro a cura di Tommaso Lisa intitolato: " Pretesti Ecfrastici. Edoardo Sanguineti e alcuni artisti italiani ".

Seguono, nel 2006, le mostre antologiche che ho avuto il piacere di curare al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC) dell'Università "La Sapienza" di Roma (gennaio) e al Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, Roma (ottobre-novembre).
In questo libro, per il quale ho scelto il titolo: " Antonio Papasso. Elogio del leggero ", grazie alle numerose immagini e ai testi che lo compongono, avremo la possibilità di immergerci nelle sottili atmosfere che circondano le opere dell'artista.

Cinzia Di Bari

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Antonio Papasso - Elogio del leggeroo
A cura di Cinzia Di Bari

Apparati
Mauro Griva (webmaster@papasso.net)

Traduzioni
Richard Bates e Linda Jordan

Fotografie
Marco Manenti - Antonio Papasso

Impaginazione e grafica
Cinzia Di Bari
Carlo Garagnani, Marzia Silo (info@garagnanipubblicita.it)

Luogo e anno di pubblicazione
Città di Castello (Perugia), ottobre 2006

Nome e domicilio dello stampatore
Litograf Editor s.r.l., Città di Castello (Perugia)

Copyright
Antonio Papasso

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Ultimo aggiornamento:  22-03-22