L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

con un saggio di Massimo Cacciari

Saggio di critica culturale di Walter Benjamin nel quale propone che l'aura di un lavoro artistico venga svalutata dalla sua riproduzione meccanica.

 

Copertina de "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica"La Gioconda su un foulard o l'incisione di un concerto di Ravel diretto dall'autore stesso e ogni giorno riascoltabile sono due esemplificazioni di quel fenomeno che Benjamin definisce la «perdita dell'aura» nell'epoca della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, ossia la perdita del «qui e ora» magico e unico che si fonde con la creazione artistica e la contraddistingue.

Nel chiuso di un'automobile, ad esempio, mediante un mangianastri si può ascoltare quel concerto di Ravel al di fuori della sua unicità spazio-temporale, oggettivandolo e spersonificandolo. Nondimeno, la perdita del carisma insito nell'opera d'arte, «unica» eppure riprodotta, non è deplorata da Benjamin con quell'atteggiamento aristocratico che contraddistingue alcuni esponenti della Scuola di Francoforte. Egli collega infatti la «perdita dell'aura» nella società contemporanea all'irruzione delle masse sulla scena e alla loro richiesta di beni culturali che è giocoforza diventino merce.

La riproduzione dell'opera d'arte in «sede impropria» non ne comporta una perdita di qualità, ma piuttosto una desacralizzazione, il che favorisce un'esperienza laica della cultura e ne sostituisce il valore rituale con un valore espositivo antiestetizzante.

Scrive Massimo Cacciari : «L'importanza che Benjamin attribuiva a L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica (e da ciò l'esigenza di una edizione come questa, che finalmente permettesse di comprendere nel loro insieme la sua genesi e tutte le sue "varianti") risulta evidente dalla nota lettera a Kraft del dicembre del 1935: egli afferma con enfasi di ritenere di avervi fissato la cifra dell'"ora del destino" che è scoccata per l'arte. Non può trattarsi, quindi, di una semplice fenomenologia delle piú recenti tendenze, né dell'apprezzamento del loro carattere rivoluzionario rispetto alla espressione artistica tradizionale, e neppure di una teoria delle nuove Muse: fotografia e cinema. L'ambizione è incomparabilmente maggiore: si tratta di comprendere la crisi del fatto artistico, dell'arte in quanto tale, di una filosofia della crisi dell'arte, destinata, per ciò stesso, ad assumere i toni di una vera e propria filosofia della storia».
 



Walter Bendix Schöenflies Benjamin conosciuto come Walter Benjamin in una elaborazione grafica di Leonardo Basile
Walter Bendix Schöenflies Benjamin conosciuto come Walter Benjamin (Berlino, 15 luglio 1892 – Portbou, 26 settembre 1940) è stato un filosofo, scrittore, critico letterario e traduttore tedesco. E' stato pensatore eclettico che si è occupato di epistemologia, estetica, sociologia, misticismo ebraico e materialismo storico. Il lavoro di Benjamin, riconosciuto postumo, ha influenzato filosofi (quali Theodor Adorno, Georg Lukács e Hannah Arendt ), mistici (come Gershom Scholem) e drammaturghi del calibro di Bertolt Brecht.
 

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Ultimo aggiornamento:  22-03-22