Il momento tanto atteso è arrivato:
l’equinozio di primavera è alle porte e con esso il Numero 1 della
Rivista FMR (Franco Maria Ricci).
Con l’intento di proporre uno sguardo sempre originale, muovendosi nello
spazio e nel tempo senza confini dell’arte, dell’architettura, del
design, lo storico periodico rinasce: dopo l’Anteprima di presentazione
in autunno e dopo il Numero Zero a dicembre 2021, che come già in
passato ha affascinato i suoi lettori con il piacere dei testi e con il
potere seduttivo delle immagini, arriva ora il Numero 1, il primo dei
quattro “doni di stagione” che, con cadenza trimestrale, FMR farà di
anno in anno ai suoi abbonati.
Tra gli autori, celebri firme del panorama culturale italiano e
internazionale: Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel
2006, lo scrittore colombiano Héctor Abad Faciolince e la
scrittrice Dacia Maraini. E ancora, collaboratori di lunga data
di FMR, come Giovanni Mariotti, dalla magica penna, e lo storico
dell’arte Giorgio Antei. E poi ancora studiosi quali Massimo
Duranti, Simone Facchinetti, Cristina Nuzzi, Monica De Vincenti, Simone
Guerriero.
Dietro le quinte, la nuova redazione guidata da Laura Casalis alla
direzione editoriale e artistica e dal direttore Edoardo Pepino, e un
pétit comité di consiglieri, composto da Giorgio Antei, Massimo Listri,
Giovanni Mariotti, Gabriele Reina e Stefano Salis.
Laura Casalis, in chiusura del suo editoriale, tiene fede a
quello che è sempre stato il sogno e l’obiettivo di Franco Maria Ricci
con la rivista FMR, ossia quello di raccontare e mostrare l’arte in modo
nuovo e curioso, e nel ringraziare gli autori del Numero 1 scrive: “Se
ne cito uno solo – lo scrittore colombiano Héctor Abad Faciolince
– è perché nominarlo mi permette di chiudere quest’editoriale col titolo
di un suo bestseller: L’oblio che saremo. È il destino di noi esseri
effimeri, ma creatori di bellezza, ognuno per quel che ne è capace”.
Sempre nell’editoriale compare l’immagine di una donna turca con la
sigaretta tra le labbra: non solo un omaggio a Pamuk, ma anche un cenno
al file rouge che si potrà intercettare nei contenuti del Numero 1, che
propone vari “ritratti” di donne, reali e figurati.
Il Numero 1 si apre con le rubriche Hors d’oeuvre, per
incuriosire e ingolosire il lettore.
In Scoperte e Innamoramenti Dacia Maraini racconta
dell’incontro folgorante con una tela di Antonietta Raphaël,
moglie di Mario Mafai, e dei rapporti interrogativi che certi
quadri, come quelli della pittrice lituana, sono capaci di instaurare.
Prosegue, nella rubrica Congetture, il dialogo di Héctor Abad
Faciolince con il ritratto di Cornelis van der Geest, cui lo
scrittore dedicò, al loro primo eye contact mezzo secolo prima, alcuni
suoi versi. E ancora l’intervento di Massimo Duranti, che in
Almanacco introduce alla corrente dell’Aeropittura futurista,
cui dal 9 aprile al 3 luglio 2022 presso il Labirinto della Masone sarà
dedicata un’esposizione da lui curata. Infine, per la rubrica Aste,
Simone Facchinetti espone il rischio che sta correndo l’arte
femminile, sottoposta spesso a valutazioni labili e passeggere, che non
risparmiano nemmeno una grande artista come Artemisia Gentileschi.
Quattro gli articoli del Numero 1.
In apertura, dopo un’introduzione di Stefano Salis, Orhan Pamuk
racconta in Quel che resta di un amore il suo magnifico progetto
che è perfetta fusione di arte e poetica: il Museo dell’Innocenza,
inaugurato quattro anni dopo l’uscita dell’omonimo romanzo, una lunga
storia di una collezione di oggetti che si trasformano in letteratura;
il testo è accompagnato dalle fotografie di Massimo Listri.
Seguono Giovanni Mariotti e Cristina Nuzzi in Lumen Cinereum
e Un inquilino di Strandgade 30, entrambi dedicati alla figura di
Vilhelm Hammershøi, pittore danese celebrato in vita ma
riscoperto solo svariati anni dopo la sua morte, che, scevro dalle
correnti artistiche a lui contemporanee, perseguì sempre un suo
personale linguaggio capace di esprimere il mondo inquieto e silenzioso
che lo pervadeva. E ancora, in Stravaganze veneziane, Monica
De Vincenti e Simone Guerriero danno merito all’opera di
Francesco Pianta, scultore veneziano, fervido esempio della
bizzarria, insieme rozza e raffinata, dell’arte del legno barocca, che
si misurò con le decorazioni a intaglio della Scuola Grande di San
Rocco; a corollario, le fotografie di Piero Codato e Massimo
Venchierutti. Infine, nell’articolo L’estrema delizia,
Giorgio Antei, attraverso lettere e testimonianze di coloro che lo
conobbero personalmente, traccia, tra aneddoti e curiosità, il ritratto
dell’uomo che fu davvero Johann Joachim Winckelmann, il grande
archeologo fondatore della moderna critica d’arte e teorico del
Neoclassicismo.
FMR è pubblicata in due edizioni, italiana e inglese, quattro volte
all’anno. È un caso unico di rivista-libro che nasce per essere
collezionata e conservata negli eleganti astucci riservati agli
abbonati.
Gli appassionati e i sostenitori della rivista possono sottoscrivere
l’abbonamento in qualunque mese, è valido per tutto l’anno in corso e
comprende i quattro numeri previsti in uscita nel 2022. Consente anche
di diventare automaticamente socio del Club Franco Maria Ricci,
la cui tessera – una sorta di “carta dei privilegi” – gli consente, per
la durata del suo abbonamento, di godere di sconti speciali sulle
edizioni di Franco Maria Ricci e dell’ingresso gratuito al Labirinto
della Masone.
La rivista FMR è stampata in Italia dai tipi di Grafiche Milani, una
delle tipografie storiche di Milano, già artefice di molte delle celebri
edizioni di Franco Maria Ricci.
Presentazione in
streaming ospitata dall’Associazione Amici di Brera negli
spazi della Pinacoteca di Brera
28 marzo 2022
ore 18:30
Interverranno
James Bradburne Direttore Generale Pinacoteca di Brera
Carlo Orsi Presidente Associazione Amici di Brera
Vittorio Sgarbi Autore FMR
Stefano Salis Autore FMR
Laura Casalis Direttore editoriale e artistico FMR
Edoardo Pepino Direttore responsabile FMR |
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